I tipi di impianti fotovoltaici possono essere distinti per autonomia o per la necessità di utilizzare la rete elettrica locale in:
- Impianto fotovoltaico stand alone comunemente chiamato “ad isola”, che rappresenta l’unica scelta installativa qualora l’abitazione sia sprovvista di allaccio alla rete elettrica. L’energia prodotta viene immagazzinata in batterie di accumulo fino a completa carica e va a servire le utenze attive nell’abitazione durante la sera e nei momenti di fermo impianto fino a completo scaricamento.
- Impianto fotovoltaico grid connected, connesso e interfacciato alla rete elettrica nazionale. L’energia prodotta va a servire le utenze richieste dall’abitazione, determinando un mancato prelievo dalla rete elettrica e un conseguente risparmio in bolletta. L’energia in surplus viene conteggiata dal contatore e viene riversata sulla rete. Questa energia non viene persa, ma viene remunerata dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) attraverso il contratto di Scambio sul Posto, una particolare forma di autoconsumo in sito che consente di compensare l’energia elettrica prodotta ed immessa in rete in un certo momento con quella prelevata e consumata in un momento differente da quello in cui avviene la produzione. Nello Scambio sul Posto si utilizza quindi il sistema elettrico quale strumento per l’immagazzinamento virtuale dell’energia elettrica prodotta ma non contestualmente auto consumata. Tale contratto è accessibile ad impianti fotovoltaici di potenza non superiore ai 500kWp. In alternativa esiste anche la possibilità di rivendere tutta l’energia immessa in rete attraverso il contratto di Ritiro Dedicato, una modalità semplificata che consiste nel demandare al GSE il ritiro, cioè l’acquisto, di tutta l’elettricità immessa in rete dall’impianto, che provvede a remunerarla, corrispondendo al produttore un prezzo per ogni kWh ritirato.
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