Anche per quest’anno, l’Italia ha già raggiunto l’Overshoot Day, ossia il giorno che sancisce il nostro debito con la Terra. Il 14 maggio infatti il nostro pianeta è come se avesse esaurito il suo stipendio annuale, e per proseguire ora dovrà attingere ai risparmi. Una metafora, che spiega chiaramente la situazione.
Il campanello d’allarme arriva all’ultimo rapporto del Fondo Mondiale per la Natura (Wwf) e del Global Footprint Network. L’«Overshoot Day» della Terra intera si colloca di solito nel mese di agosto, ma di fatto poi ogni anno arriva sempre prima.
Come si stabilisce questo valore? Si calcola confrontando l’impronta ecologica in ogni singolo cittadino, in questo caso italiano, con la biocapacità, cioè la capacità del Pianeta di rigenerare risorse naturali per ogni suo abitante. Secondo i ricercatori l’impronta ecologica «include le aree biologicamente produttive necessarie a produrre cibo, fibre e legname che la popolazione di quel paese consuma, ad assorbire i materiali di scarto – come le emissioni di CO2 – prodotti per generare l’energia che un paese utilizza e a sostentare le infrastrutture che il paese realizza».
Il nostro pianeta è in grado solo in parte di rinnovare ciò che continuamente gli chiediamo: campi per coltivare cibo e fibre, nutrire gli animali, produrre oli e carburanti; foreste da cui ricavare legname e che sequestrino CO2; pascoli per allevare e produrre carni, latte, pelli e lana; pesci che già peschiamo oltre il consentito, suolo che occupiamo con nuove infrastrutture. Sono tutte risorse alle quali ogni giorno italiani, e tutti gli altri abitanti del Pianeta, attingono a piene mani per svolgere tutte le attività necessarie alla loro sopravvivenza, dalla produzione di cibo fino alla costruzione di case ed infrastrutture. Se i ritmi di consumi degli italiani fossero quelli di tutti gli abitanti del pianeta, avremmo bisogno di 2,72 terre per soddisfare tutte le nostre richieste.
Notizie che dovrebbero imporre qualche riflessione. Se riteniamo importante vivere in equilibrio con il pianeta dobbiamo ricordarci che non si sta parlando solo di ecosistemi lontani, ma anche di servizi fondamentali per la nostra sopravvivenza, come l’acqua e l’aria, e del nostro futuro sull’unico pianeta che abbiamo.