Più impianti domestici per l’autoconsumo, a servizio di singoli immobili, ad uso residenziale e non solo, e meno installazioni industriali per le centrali che producono energia da fonte solare rinnovabile. Questi i trend attuali degli impianti fotovoltaici in Italia, che sta vivendo una nuova fase di sviluppo, sostenuta dal bonus per le ristrutturazioni, confermato per il 2020, ed in attesa del recepimento delle direttive europee in materia di consumo collettivo.
Il potenziale su quale poter lavorare, sul territorio italiano, è ancora molto ampio: a fronte di un potenziale di circa 14 milioni di impianti, al momento ne è stato sfruttato solo il 7 %, con circa 800 mila impianto installati (fra imprese e privati). Nel 2018, stando a dati emessi da Gse e Rse per conto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, sono stati 48.225 gli impianti installati.
Cosa ha reso gli impianti fotovoltaici più accessibili rispetto al passato? Sicuramente i prezzi più soft, congiuntamente ai meccanismi di sostegno che continuano ad esistere. Tra questi detrazioni fiscali fino al 50 %, superammortamento per le imprese e lo scambio sul posto, che trasforma il consumatore in produttore diretto.
Nel futuro degli impianti fotovoltaici in Italia sembrano esserci le comunità energetiche. Il futuro si gioca sull’applicazione della direttiva europea, su modello di quanto già in vigore in Germania, che concretizzerà anche in Italia la possibilità, per chi ha installato un impianto fotovoltaico, di cedere l’energia ai propri “vicini” per l’autoconsumo o di installare sistemi che servono più unità. Un classico esempio è quello dello sfruttamento delle superfici a tetto di capannoni industriali, centri commerciali o immobili pubblici a vantaggio di limitrofe unità produttive o residenziali. I vantaggi che ne deriveranno potranno essere sostanziosi: si stima un risparmio di circa il 20 %.